27 set 2017

Chi ha raccontato la prima ventastoria

Poesia di vb e Loren Bianconi Leader
per l'antologia Poeti in classe



Primo incontro con la poesia, per i ragazzi delle elementari

Mio nonno Giovanni scriveva poesie nel dialetto della Svizzera italiana, il suo poeta preferito era Carlo Porta, che scriveva in dialetto milanese. Il mio primo incontro con la poesia è stato con un verso del Porta, e lo è perché si rinnova ogni volta che ci penso. Siamo sul retro del Duomo di Milano, un uomo accovacciato fa i bisogni (el fava i fatt soeu) contro il muro della chiesa. Un vigile gli si para davanti e lo redarguisce. Il verso è composto dal loro scambio di battute:
Se pò nò! Se pò nò!… Ma mi la foo.
È un verso solo, ma da qualsiasi parte lo guardo, ci vedo qualcosa di nuovo. C’è divertimento e c’è sorpresa, e si vede subito che non c’è niente che non possa entrare in poesia. C’è un senso di ribellione e libertà: la realtà non è quella dettata dalle leggi (quello che si può) ma dalle nostre scelte (quello che si fa) – sta tutto in quel “ma”. E se nel “ma” c’è una filosofia, nel resto del verso c’è una città: mi la foo, Mi-la-no. E al centro di Milano c’è il suo Duomo, e non sono mai passato dal didietro del Duomo senza pensare a questa scenetta, così la poesia dà forma alla vita. E ogni parola è di una sola sillaba, come passi sul selciato o battiti del cuore, concitati o calmi. E quel presente vibrante “foo” più tardi diventerà un remoto “feci”. Ecco, e ognuna di queste osservazioni se ne porta dietro delle altre: è un gioco che si porta dietro altri giochi che hanno a che fare con la condizione dell’uomo, la sua libertà, la natura del tempo, il rapporto tra il suono e le cose; è una poesia. 

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